I GIORNI DEL COVID
Giorno 3
di Magnus One
La stazione era una scatola di metallo che rifletteva una pallida luce solare.
Un ragazzo con una busta sotto il braccio si muoveva rapidamente verso il sottopasso.
Li c’erano molte persone che camminavano in maniera frettolosa e indisponente.
Noto’ in fondo una ragazza con i capelli rosa e un grande tatuaggio sulla schiena
venirgli incontro, fece per abbozzare un sorriso, ma questa non lo degno’ di uno
sguardo.
Poi il suo volto incrocio’ i due Controllori di Mascherine, se ne stavano fermi con le
braccia concerte e la loro casacca gialla attenti a verificare ogni singolo passante.
Quando un giovanotto basso con i capelli ricci e un enorme sacco si fece avanti tra la
gente, uno degli addetti lo rimprovero’.
-Mascherina.-fece indicando il suo volto.
Questo incomincio’ ad inveire contro di loro, senza ubbidirgli.
Il ragazzo noto che Tex, cosi’ si chamava l’uomo, aveva un fisico da pugile,
anzi quasi sicuramente lo era.
Lui lo conosceva, non personalmente, ma un suo amico gliene aveva parlato.
La ragazza di Tex lo aveva appena mollato sulla pensilina numero 9 lasciandolo
li fermo come uno stoccafisso, a fissare il vuoto della sua anima.
Questo lo aveva fatto arrabbiare, il suo spirito chiedeva vendetta.
Visto che l’uomo in giallo insisteva, Tex alzo’ il medio in segno strafottente.
Il Controllore divenne serio e si avvicino’ a lui.
-Amico, non farmi arrabbiare, metti la mascherina.-fece rimproverandolo.
-Hai ragione, perche’ non mi dai la tua.-
Con un gesto rapido glie la tolse e se la mise in tasca.
L’uomo rimase un attimo pietrificato.
Ne aprofitto’ Tex che con un colpo ben assestato lo fece volare a terra.
Tutti si fermarono.
Allora si udi’ una voce.-Stronzo, lascia stare mio cugino.-
Era la ragazza di Tex, all’ultimo momento era scesa dal treno
per riconciliarsi.
Lui fece per rispondergli con una parolaccia, ma il cugino,
incomincio’ a dire frasi senza senso.
Poi parve ritornare in se’.
-Una mascherina, presto datemi una mascherina.-
Fece gettandosi come un lupo su ogni passante che lo incrociava.
Visto poi che nessuno gli rispondeva, incomincio’ a strapparle dai loro volti
Dopo cinque minuti ne aveva gia’ arraffate una decina.
Sul momento tutti rimasero un po’ bloccati, ma poi presero a rincorrerlo
come dei pazzi.
Lui evito’ abilmente i primi due, salto’ una vecchietta che si era messa in mezzo
e atterro’ un paio di bambini che con le mani stringevano forte le loro mascherine.
Poi i suo occhi localizzarono un varco.
Senza pensarci ci si butto’,sali’ i gradini di corsa e si infilo’ nel primo treno
che era in partenza.
Gli altri dietro rimasero fermi sulla pensilina, mentre il compagno rimasto a
controllare incomincio’ a multarli, uno per uno.